La Cronaca di Partenope

Prima storia di Napoli in volgare del Trecento, la Cronaca di Partenope si presenta come una esaltazione della nobiltà della città di Napoli. Per fare ciò, l’autore fa riferimento a tutta una serie di tradizioni popolari, classiche ed agiografiche medievali ed antiche. Inoltre, un posto di riguardo è riservato alla figura di Virgilio e, in particolare, alle sue doti di mago, a cui sono dedicati ben diciotto capitoli del testo. L’importanza dell’opera nell’ambito linguistico sta nel fatto che, durante il periodo angioinodurazzesco, la lingua comunemente utilizzata per le cronache era il francese. L’apparizione del volgare napoletano in ambito cronachistico e letterario è dovuta inizialmente all’indebolimento del tratto francese della corte associato all’importanza che anche il volgare fiorentino sta acquistando in questo stesso periodo.

La storia
L’autore viene identificato in Bartolomeo Caracciolo Carafa, nobile e uomo politico legato alla corte angioina, in particolare a Luigi di Taranto, marito di Giovanna I. egli dà all’opera un’impostazione ancora fortemente genealogica, che possa servire a Luigi di Taranto per confermare la continuità nella successione delle dinastie.

L’’opera comincia con la migrazione dei coloni greci verso il golfo di Napoli nell’ottavo secolo a.C. e termina con la salita al trono della regina Giovanna I d’Angiò 1343. In 55 capitoli, narra di leggende e di miracoli ad opera di santi per spiegare i vari eventi fondamentali dell’antichità e del Medioevo. Con l’arrivo dei Normanni, che per primi unificarono la regione e la resero un vero e proprio regno, la Cronaca espande i propri orizzonti e racconta i fatti legati ai successivi regnanti, diventando così una vera e propria storia del regno napoletano per gli ultimi venti capitoli.

Le parti
La Cronaca può essere suddivisa in quattro parti:

  1. La prima parte è basata su una sintesi di varie fonti agiografiche e storico-mitologiche classiche e mediolatine e raccoglie leggende e storie sulle origini di Napoli e sulla Napoli di età classica e alto-medievale;
  2. La seconda parte riunisce le vicende del Regno dall’età prenormanna all’età angioina di Roberto e Giovanna I d’Angiò-Durazzo;
  3. La terza parte è essenzialmente formata da compendi di paragrafi della Nuova Cronica di Giovanni Villani ed è suddivisa in due sezioni: IIIA, dedicata a eventi relativi al Regno fino al primo quarto del Trecento, e IIIB, che ruota intorno ed eventi storici più ampi avvenuti entro il 1287;
  4. La quarta parte racconta infine le vicende del Regno dalla seconda spedizione siciliana di Roberto d’Angiò all’invasione del regno da parte di Luigi d’Angiò e al suo ingresso a L’Aquila (1382).

Importanza
L’importanza di quest’opera risiede essenzialmente nel fatto che, prima di essa, soltanto le Gesta episcoporum neapolitanorum aveva il sapore di una cronaca civica, ma era limitato alle vite dei vescovi, mentre, dopo la Cronaca, ci furono diverse altre opere storiografiche chiaramente influenzate da questa per composizione, redazione ed uso del volgare.

 

Gioia Nasti
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