Nel 1029 Pandolfo IV, signore di Capua, volle vendicarsi del fatto che il Duca di Napoli Sergio IV aveva dato asilo ad un suo rivale ed occupò la città mettendolo in fuga. Sergio si rifugiò a Gaeta, dove incontrò un normanno, Rainulfo Drengot, chiedendo il suo aiuto per rientrare a Napoli. Riuscito a scacciare Pandolfo ed i suoi, Rainulfo ebbe in cambio la borgata di Aversa. Sergio pensava così di mettere il normanno tra sé e Pandolfo, ma non aveva fatto i conti con l’astuzia di Rainulfo. Egli, infatti, fece circondare Aversa di fossati e torri, rendendola inespugnabile, dopo di che chiamò altri normanni ad abitare quelle terre. Aversa divenne così una piccola fiorente cittadina normanna, baluardo da cui partì la conquista di tutto il meridione.
La famiglia che più si distinse durante l’invasione normanna fu quella degli Altavilla, soprattutto nelle persone di Roberto il Guiscardo e Ruggero d’Altavilla. Il figlio di quest’ultimo, anche lui di nome Ruggero, riuscì infine a farsi incoronare re nel 1130; il suo regno comprendeva la Sicilia, la Calabria, la Puglia, la Capitanata, la Lucania, la Campania e parte dell’Abruzzo (annesso dieci anni dopo) ed aveva Palermo come capitale. Fu soltanto nel 1137 che Sergio VII, ultimo Duca di Napoli, fu costretto a cedere la città a Ruggero II. Qui, Ruggero provò a mettere d’accordo gli elementi etnici diversi che coabitavano nella città: greci, romani, bizantini, saraceni, normanni, cercando di fonderli al meglio per assicurare stabilità dl regno. Intanto, dopo la decadenza di Amalfi, Napoli diventava il porto più importante della Campania e di tutto il Mediterraneo; la Chiesa, finora strettamente legata a Bisanzio e al suo Patriarcato, cominciò a latinizzarsi e a dipendere dal Papato di Roma, nonostante le aspre battaglie sulla dottrina tra i prelati che afferivano all’una o all’altra parte.
Ruggero morì nel 1154 e fu succeduto dal terzogenito Guglielmo, data la prematura morte dei primi due, detto il “Malo” probabilmente per la sua avarizia. E’ a lui che si deve la costruzione di Castel Capuano, chiamato così perché si trovava sulla strada che portava a Capua, e Castel dell’Ovo, detto così, nonostante le leggende, perché l’isolotto sul quale sorge è a forma d’uovo. Il regno di Guglielmo non fu pacifico. Innanzitutto, l’imperatore di Bisanzio, Michele I Comneno, voleva riprendersi le terre che un tempo erano state dell’Impero Bizantino; poi, il Papa Adriano IV incoraggiava Federico Barbarossa ad attaccare i Normanni ed egli stesso occupò Benevento; infine, i baroni erano in rivolta per liberarsi del vassallaggio.
Guglielmo seppe tenere a bada i tre fronti: riuscì a stringere un patto con l’imperatore bizantino, al quale concedeva le terre in Asia e in Africa in cambio di quelle italiane; liberò Benevento dal Papa Adriano, imprigionandolo e costringendolo alla pace; represse la ribellione dei baroni, uccidendo quelli più perfidi. L’unico avversario contro cui nulla riuscì a fare fu il Barbarossa, che però, in quel periodo, era troppo impegnato a mettere ordine nel Sacro Romano Impero.
Gioia Nasti
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