Il Parco Sommerso di Baia (2)

La scoperta archeologica
La prima scoperta avvenne durante gli anni della seconda guerra mondiale, grazie alle foto aeree della zona ad opera del pilota Raimondo Baucher, dalle quali si scorsero i resti del Portus Julius nell’area antistante il lago di Lucrino. Bisognerà attendere gli anni Sessanta, però, per l’avvio della prima campagna di scavo subacquea vera e propria e per la creazione della prima carta archeologica di Baia sommersa. Furono ritrovati, in quel periodo, vicino Punta Epitaffio, una strada basolata sulla quale si aprivano degli edifici, tra cui, come in seguito si capì, il ninfeo dell’imperatore Claudio. Verso il largo, vennero ritrovati anche la villa dei Pisoni e le Pilae, che segnavano l’allora linea di costa. Quado i fondi vennero a mancare, lo scavo si fermò, finché, nel 1969, a Punta Epitaffio, affiorarono due statue, in seguito alle mareggiate.

Ma fu solo nel 1984 che tre giovani studiosi di archeologia, Gennaro Di Fraia, Nicolai Lombardo e Eduardo Scognamiglio, immergendosi nelle acque di Baia, scoprirono l’intero ninfeo dell’imperatore Claudio con le sculture che lo abbellivano, ricostruito poi nelle sale del Castello Aragonese nel 1997. Le statue furono portate nel Castello per essere preservate e, sul fondale, furono poste delle copie che potessero dare l’idea della loro bellezza e della loro posizione originaria. Furono quindi rilevati e riportati su una nuova carta archeologica tutti gli edifici che emergevano dal fondale, come, ad esempio, un canale d’accesso al Portus Julius, la villa dei Pisoni, un’altra villa con meravigliosi pavimenti a mosaico, piscine, peschiere, tabernae e moli.

Oggi è possibile effettuare delle escursioni in un battello con scafo di vetro, il Cymba, che permette di poter godere delle meraviglie sommerse comodamente seduti al di sotto del livello del mare.

 

Puoi trovare ulteriori informazioni su Baia e sulle visite consultando il sito https://www.parcosommersobaia.it/index.html

 

Baia romana

 

Gioia Nasti
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