Le invenzioni di Raimondo di Sangro (2)

Il palco girevole
È la sua prima invenzione ed è una piccola opera di ingegneria; Raimondo era ancora un adolescente e studiava nel collegio dei Gesuiti quando ci fu un problema per l’allestimento di uno spettacolo nel cortile della scuola: la manifestazione equestre e la rappresentazione teatrale era da tenersi allo stesso momento e non c’era sufficiente spazio per le evoluzioni dei cavalli poiché il palco era troppo ingombrante. Fu chiesta consulenza ai migliori ingegneri ma alla fine fu Raimondo a trovare una soluzione geniale: un palco che si sollevava si chiudeva a libro in breve tempo, un’idea semplice ma efficace che colpì perfino l’ingegnere dello zar Pietro il Grande, tale Nicola Michetti.

La cera senza api e la seta vegetativa
Una delle sostanze più strane ma efficienti era una sostanza bianca simile alla cera, ma ricavata da erbe e fiori bolliti in acqua preparata con alcuni sali in modo che, durante la bollitura, ne emergesse una sorta di grasso e, una volta raccolto e cotto più volte, assumeva consistenza di cera ma senza il lavoro delle api e tuttavia malleabile e lavorabile esattamente come la cera d’api.

Un’altra sostanza particolare fu la seta vegetativa; si trattava di una sorta di borsetta lanuginosa prodotta da una pianta, l’apocino, i cui filamenti però era troppo corti per essere lavorati. Il principe di Sangro invece trovò il modo per filarla e ne fabbricò delle stoffe meravigliose.

I farmaci e le sostanze chimiche
La sperimentazione farmacologica e di varie sostanze chimiche ed alchemiche fu una delle principali caratteristiche di Raimondo di Sangro. Un degli episodi più noti in questo senso fu la guarigione di Luigi Sanseverino, principe di Bisignano, il quale, ammalato gravemente da tempo, si era rivolto a diversi mi del Regno senza successo. In ultimo, si era affidato a Raimondo di Sangro, che, nonostante il rischio altissimo di fallimento, decise di somministragli una sua pozione segreta. Questa guarigione lo rese ancora più famoso di quanto non fosse già.

Altra strada prese invece il tentativo di analizzare e comprendere il miracolo dello scioglimento del sangue di San Gennaro. Gli infatti cercò di immaginare una sostanza che potesse comportarsi allo stesso modo del sangue del santo, cioè sciogliersi per poi coagularsi di nuovo. Questa indagine però non fu vista di buon occhio dalla Chiesa, in particolare dal nunzio apostolico a Napoli Lucio Gualtieri che ne informò Sua Santità nel 1751 innescando una diatriba che portò all’espulsione di Raimondo dalla Deputazione della Cappella del Tesoro di San Gennaro.

I giochi pirotecnici e le pietre preziose
Fin da giovanissimo Raimondo di Sangro fu affascinato e si interessò all’arte pirotecnica; inventò dei veri e propri spettacoli complessi di fuochi d’artificio e concentrò la propria attenzione soprattutto sui colori, cercando di inventarsene dei nuovi o di dare loro più brillantezza.

Un altro campo di innovazione fu quello delle pietre preziose; egli produsse delle pietre “fasulle” ma con caratteristiche talmente simili alle pietre vere da suscitare un’incredibile meraviglia, come per i lapislazzuli.

Il lume eterno
Tra le scoperte più incredibili c’è il cosiddetto “lume eterno”, descritto da Raimondo con dovizia di dettagli. Tutto nasce dallo studio della palingenesi. La scoperta sembra essere arrivata per caso: mentre era impegnato in un esperimento chimico, trovò una sostanza che bruciava senza consumarsi per mesi. Del lume eterno, però, non rimase traccia se non nei libri.

Le macchine anatomiche
C’è una leggenda che narra che il principe di Sansevero abbia utilizzato due suoi servi, un uomo e una donna incinta, per produrre queste magnifiche macchine anatomiche, iniettando loro una sostanza che ha pietrificato loro il flusso sanguigno all’istante. Per quanto intrigante possa essere questa storia, non è assolutamente vera. Le macchine, infatti, sono una ricostruzione abbastanza fedele di organi e del sistema cardiocircolatorio umano. Su questi corpi fu effettuato uno studio nel 2006 da parte di un cardiologo dell’ospedale San Gennaro di Napoli e la sua relazione affermò che non si trattava di mummificazione, perché un sistema arterioso e venoso con quelle anomalie non avrebbe mai potuto sopravvivere. Quindi le due macchine furono confermate come ricostruzioni fatte da resine, cordami, fil di ferro e cera vegetale. Ma le ossa sono veramente umane! Probabilmente furono prelevate dal Cimitero delle Fontanelle. Il feto, sparito da anni, probabilmente fu rubato.

Altre invenzioni
Raimondo di Sangro spese la propria vita sperimentando nei più diversi campi del sapere. Nell’ambito artistico e culturale, ad esempio, vanno citati i quadri effettuati con sottilissimi fili di lana, dei quali non sono rimaste tracce della loro realizzazione, i quadri dipinti con pittura oloidrica, che poteva essere utilizzata su qualsiasi superficie, perfino sul marmo, la lavorazione della porcellana, una nuova tecnica tipografica con una stampa simultanea a colori, delle stoffe impermeabili, una sorta di legna che non produceva cenere.

La vita di Raimondo di Sangro   

Gioia Nasti
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