La macchietta

La macchietta nasce tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento e fa riferimento ad una sorta di intermezzo comico del varietà che mescolava il monologo alla canzone umoristica. Il varietà era uno spettacolo eterogeneo che metteva in scena un certo numero di piccoli pezzi teatrali, come sica, danza, prosa comica e perfino farsa, che non avevano un filo conduttore tra loro

Il protagonista della macchietta era solitamente un tipo di personaggio (il politico, il guappo, la ballerina, ecc.) che veniva ridicolizzato deformandone i caratteri peculiari e aggiungendo spunti ironici e comici, doppi sensi, volgarità, tratti paradossali con l’unico intento di suscitare la risata. La macchietta era infine un espediente per poter deridere e criticare il perbenismo sociale e la bigotteria che imperava in quel periodo. Grandi protagonisti della macchietta furono Berardo Cantalamessa, Nicola Maldacea e, in tempi più recenti, Nino Taranto e Vittorio Marsiglia.

Berardo Cantalamessa era normalmente vestito con un frac rosso ed un pantalone di raso nero e si esibiva al Salone Margherita ogni volta con un successo fragoroso. La sua famosa risata, nel 1895, viene presa come spunto per una canzone ‘A risa, e veniva eseguita nel ritornello, lunghissima, coinvolgente, di cui si sapeva l’inizio ma mai la fine. Ed era talmente trascinante che tutta la sala ad un certo punto non riusciva a resistere e cominciava a ridere a crepapelle. Cantalamessa fece diverse tournée, tra cui una in America che ebbe un enorme successo. Si stabilì poi a Buenos Aires, dove morì nel 1917.

’A risa cantata da Berardo Cantalamessa

Fisico robusto e viso paffuto, Nicola Maldacea è colui al quale la macchietta è associata più di tutti, forse perché per lui Ferdinando Russo scrisse più di cinquanta canzoni macchiettistiche che lo resero l’emblema del genere. Ereditò dal padre la vocazione per il teatro, e purtroppo anche il vizio del gioco, che lo portò sul lastrico. La sua passione si manifestò molto presto e, ancora adolescente, frequentò le lezioni di don Carmelo Marrocelli, che teneva una scuola di dizione e recitazione. Cominciò ad esibirsi in casa di danarosi borghesi durante le cosiddette periodiche, riunioni in cui gli artisti napoletani avevano la possibilità di farsi conoscere. È così che Maldacea fu notato da un appartenente alla compagnia di Davide Petito (fratello di Antonio, famoso Pulcinella) e cominciò la sua brillante carriera, facendo parte anche della compagnia di Eduardo Scarpetta. Morì a Roma nel 1945, da solo e senza un soldo.

Nel 1940 Nino Taranto portò in scena un personaggio che diventerà una pietra miliare nella macchietta napoletana: Ciccio Formaggio. È un uomo semplice e senza pretese, che subisce i soprusi della fidanzata davanti a tutto il quartiere senza riuscire a ribellarsi perché “… Ciccio Formaggio nun tene ‘o curaggio nemmeno ‘e parla’”. Altre macchiette famose di Nino Taranto furono M’aggia cura’, La pansé, Rea confessa, Agata.

Nella seconda metà del Novecento anche Vittorio Marsiglia ridà lustro alla macchietta, reinterpretando magistralmente tutti i personaggi resi famosi dai suoi predecessori, fiore all’occhiello della nuova macchietta ed eccezionale interprete di questo genere che, dopo Nino Taranto, era stato quasi dimenticato o accantonato come secondario.

 

Gioia Nasti
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