Il Cratere degli Astroni

Nato da sette eruzioni freatomagmatiche, cioè esplosive, e solo in parte effusive, tra 4000 e 3800 anni fa, il Cratere degli Astroni è oggi una riserva naturale protetta, gestita dal WWF, che si trova tra Napoli e Pozzuoli. Il cratere, perfettamente conservato, ha una forma ellittica che copre circa 250 ettari, con un perimetro di circa 6 km. È attraversato da sentieri naturali ed osservatori della fauna, attrezzati con pannelli esplicativi e bacheche. All’interno del cratere sono visibili tre colli, il Colle dell’Imperatore, il Colle della Rotondella e il Colle dei Pagliaroni, formatisi per le eruzioni che hanno avuto luogo, e tre laghetti, Lago Grande, alimentato dalla falda, Cofaniello Piccolo e Cofaniello Grande, entrambi alimentati da acqua piovana. In particolare, questi ultimi due sono ricchi di vegetazione tipica della zona lacustre, come il canneto, il giuncheto e la presenza del salice. La zona è anche ricca di fauna, tanto che, al tempo dei Borbone, essa era una riserva di caccia ai cinghiali e ai cervi.

Il Lago Grande ha una superficie di circa 4 km e sulla sua superficie si scorge un isolotto formato dalla vegetazione lacustre. Sulle sponde si trova la ninfea bianca, portata qui nell’Ottocento dal botanico della corte borbonica Giovanni Gussone. Presso il Lago Grande c’è, l’osservatorio ornitologico, un capanno di legno con delle feritoie a diverse altezze da cui è possibile osservare gli uccelli che vivono e/o migrano qui senza che si spaventino per la presenza umana.

La flora

La vegetazione della riserva si caratterizza soprattutto per l’inversione vegetazionale a causa della sua morfologia, mostrando una macchia mediterranea nella parte superiore, più assolata ed arida, rispetto alla parte inferiore, che ospita un bosco deciduo, grazie all’umidità dovuta anche alla presenza dei laghetti. Alberi tipici del cratere sono il leccio, l’olmo campestre, cero campestre, il pioppo tremulo, il mirto, il corbezzolo, l’erica, la cannuccia di palude, la ninfea bianca.

La fauna

Per quanto riguarda la fauna, c’è una vasta diversità di animali che popolano il cratere: lo scricciolo, il merlo, la capinera, il germano reale, la gallinella d’acqua, il picchio, la cinciallegra, l’airone cinerino, ma anche rapaci quali la poiana, il falco pellegrino, l’allocco, il barbagianni, la civetta. Inoltre, vi si trovano anche la volpe, la talpa, il ghiro, il riccio e la donnola.

Il giardino degli insetti e lo stagno didattico

Grazie alla presenza di fiori coloratissimi, questa zona è piena di farfalle ed insetti vari. Inoltre, durante i mesi più caldi vengono allestite delle vere e proprie “mangiatoie” per le farfalle con acqua e zucchero, che le attirano in grande quantità. La presenza anche di tronchi marcescenti fa sì che vi siano anche insetti predatori e mangiatori di legno.
Un’altra area particolare è lo stagno didattico, una piccola pozza artificiale ricoperta dalla lenticchia d’acqua, nutrimento per tantissimi uccelli acquatici, e popolata da rane verdi.

Il duomo lavico

Un altro luogo incredibile è quello chiamato “duomo lavico”; si tratta di una struttura formatasi dalla solidificazione di lava viscosa conseguente alla quinta eruzione. Fino agli Cinquanta, e per secoli addietro, fu usata come cava di estrazione della trachite, un materiale usato per la costruzione delle strade. Dal 1991, è il sito di nidificazione dei falchi pellegrini.

La Vaccheria

Si tratta di un edificio del Settecento, utilizzato dai Borbone come riposo dei sovrani e della corte dopo le lunghe cacce effettuate nel cratere. Durante la seconda guerra mondiale, divenne la sede prima del comando tedesco e poi di quello americano, per rimanere poi abbandonato e in rovina dopo la fine della guerra. Ultimamente, si sta pensando di ristrutturarlo per crearvi un centro di recupero per gli animali selvatici.

Cosa sapere per visitare il Cratere

L’accesso al cratere è soltanto a piedi percorrendo il sentiero Borbonico (350 metri) che, attraverso 160 scalini, porta in fondo al cratere con un dislivello di 80 metri. Il percorso dura circa 2,5 km e la risalita viene effettuata percorrendo di nuovo il sentiero Borbonico o in navetta. L’oasi resta chiusa in caso di allerta meteo, vento o pioggia. Bisogna inoltre tener conto che:

  • Il percorso è sconsigliato a persone con ridotta capacità motoria e/o problemi cardiaci
  • È consigliato indossare pantaloni lunghi, scarpe comode e vestirsi a strati per i cambi di temperatura repentini
  • È consigliato portare un binocolo e/o una fotocamera
  • Non è consentito accendere fuochi, giocare a pallone o entrare con le biciclette
  • Non è possibile accedere con mezzi propri
  • È obbligatorio seguire la segnaletica e le indicazioni del personale

Per ulteriori informazioni, https://crateredegliastroni.org/

 

Gioia Nasti
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