La Chiesa di Santa Marta

La chiesa di Santa Marta fu costruita alla fine del XIV secolo per volontà di Margherita di Durazzo. Essa si trova nel punto d’incontro tra Via S. Sebastiano ed il decumano inferiore l’ingresso è praticamente nascosto da un cancello ed è uno dei pochi resti dell’impianto angioino originario; i portale si presenta con arco ribassato e in piperno e marmo. Al periodo angioino risalgono anche le finestre gotiche sul lato sinistro. Alla chiesa sono legate vicende storiche particolari che l’hanno resa famosa: Margherita di Durazzo, rimasta vedova nel 1386 per la morte di Carlo III, dovette difendere da sola la corona passata al figlio Ladislao contro Luigi d’Angiò. Quando finalmente le terre del regno furono riconquistate, la regina Margherita volle far costruire una chiesa in onore di Santa Marta, eroina alla quale si era ispirata in quegli anni di lotte. Inoltre, Santa Marta era anche molto venerata in Provenza, terra natia della regina, dove la santa era giunta, secondo la leggenda, su una barca senza timone ed aveva compiuto molti miracoli, tra cui la sconfitta della Marasca, un mostro con il corpo di pesce che infestava la foce del Rodano. Ed è proprio questo episodio che Andrea e Nicola Vaccaro narrano nel dipinto messo sull’altare maggiore.

Fin dalla sua costruzione, la chiesa è stata sede del Collegium Disciplinatorum Sanctae Marthae, una confraternita che, nel periodo di massimo splendore, cioè tra il Quattrocento ed il Seicento, aveva ammesso tra i suoi adepti perfino nobili e sovrani napoletani. Della confraternita resta il Codice di Santa Marta, attualmente all’Archivio di Stato di Napoli; esso contiene gli stemmi degli adepti miniati su pergamena. Durante la rivolta di Masaniello, nel 1647, la chiesa fu danneggiata gravemente, i restauri dei secoli successivi eliminarono quasi del tutto le decorazioni barocche, lasciando soltanto alcuni dipinti. Tra questi, il San Luca del 1651 nella seconda cappella a sinistra ed il Calvario sul secondo altare sempre a sinistra, attribuito ad Andrea d’Aste. L’interno della chiesa si presenta a navata unica con tre cappelle laterali; l’atmosfera è resa più suggestiva dalla presenza di alcune teche con le statue dei santi.

Gioia Nasti
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