Il gioco del lotto a Napoli

Il gioco del lotto inizia a Genova, ebbene si, nel XVI secolo sotto il nome di Gioco del Seminario. Si trattava di una serie di scommesse, ovviamente clandestine, sui nomi delle persone che potevano essere elette alle cariche pubbliche. La cosa ebbe poi un tale successo che divenne legale nel 1576. Ai “giocatori” era data la possibilità di scommettere su 5 nomi in mezzo a 120 nomi possibili. All’inizio le scommesse erano semplicemente effettuate tra gli stessi giocatori, poi nacquero man mano delle vere e proprie società che gestivano le scommesse di più persone all’inizio solo su un nome, poi anche su più nomi. La Camera di Genova decise allora di istituire un vero e proprio monopolio, dando licenze dietro pagamento di una tassa. Poiché le giocate aumentavano sempre di più, chi gestiva le scommesse pensò di mettersi al sicuro dal rischio di dover pagare somme maggiori degli incassi, istituendo il cosiddetto Monte delle scommesse, il moderno montepremi, da cui prelevare i soldi per pagare i vincitori. Se il nome dell’eletto non veniva indovinato, il montepremi cresceva e si accumulava e poi veniva spartito trai vincitori dell’estrazione successiva.

Il lotto a Napoli
A Napoli il lotto arriva soltanto nel 1682, anche se comunque i napoletani giocavano nelle città in cui il gioco era già nato. E fu proprio questa fuoriuscita di somme verso altre città, e spesso altri Stati, che, nonostante le proteste della Chiesa, lo stato lo rese legale. Nella nostra città, questo gioco fu abolito più volte e più volte ripristinato. Ebbe grossa fortuna negli anni: dal 1806 le estrazioni erano due al mese, dal 1817 l’estrazione divenne settimanale ogni sabato. L’ultimo tentativo di abolire questo gioco, ma senza successo, fu effettuato da Giuseppe Garibaldi. Il nuovo Stato, anzi, favorì il gioco del lotto grazie agli introiti che esso portava alle casse erariali. Le puntate venivano effettuate sulle 8 ruote italiane. La Chiesa aveva sempre apertamente condannato questo gioco in quanto era disgustata dal fatto che questo gioco potesse accrescere la sete di denaro e di guadagno facile e le superstizioni ad esso collegate. Sebbene questo sentimento di avversità era molto comune nella Chiesa, l’alto clero, più sensibile ai problemi economici del potere temporale, tollerava in ogni caso una sicura fonte di guadagno per lo Stato.

I personaggi del lotto
Intorno al gioco del lotto a Napoli ruota tutto un mondo di personaggi mistici e particolari, che possono aiutare il giocatore a giocare i numeri giusti e a vincere.

I santi
Spesso i giocatori si rivolgono ai santi perché intercedano e li facciano vincere al lotto. Molti si rivolgevano a S. Gennaro, ma il santo “preposto” alle richieste di vincita del lotto è S. Pantaleone, il giovane medico di Nicomedia divenuto martire nel 305 attraverso decapitazione. Pare che il legame con il gioco del lotto vada ricercata nella sua professione di medico. Inoltre, si dice che la sua statua abbia, nella parte posteriore, una cavità adibita proprio a nascondiglio per lasciare i numeri del lotto da giocare. Un’altra credenza legata a S. Pantaleone è quella della dote per le ragazze povere in procinto di sposarsi. Queste donne, vergini, chiedevano a S. Pantaleone la possibilità di vincere al lotto per avere i soldi per comprare il corredo. Però non si doveva giocare più di 50 centesimi, cioè sufficienti a consentire alla ragazza il denaro necessario alle nozze.

Le anime del Purgatorio
Una credenza comune è quella che i morti conoscano il futuro e lo comunichino ai viventi attraverso i sogni. Tra i vari morti, le più “dotate” sono le anime del Purgatorio in quanto sospese tra l’aldilà e l’aldiquà, quindi più adatte ad instaurare una comunicazione con il mondo dei viventi. Il culto delle anime del Purgatorio è a Napoli molto sentito (basti vedere il Cimitero delle Fontanelle per rendersene conto) e si fonda sul tiro di adozione delle ossa, solitamente del teschio. Una persona si prende cura del teschio chiedendo in cambio delle grazie. Queste anime comunicano coni vivi attraverso il sogno, che i giocatori devono poi tradurre in numeri grazie alla Smorfia. Bisogna però tener conto che i numeri possono non uscire; allora sarà stata colpa del giocatore che non ha sapute ben interpretare la visione avuta e sicuramente non dell’anima che l’ha suggerita.

‘O Munaciello
Questa figura incarna molteplici caratteristiche degli intermediari tipici: è figlio di un uomo morto di morte violenta e anch’egli muore di morte violenta, è assimilato ai monaci, è deforme, quindi prediletto per dire i numeri. La caratteristica più peculiare è che chieda il silenzio alle persone che aiuta e diventa manesco con chi, invece, non tiene a freno la lingua.

Gli intermediari
Mentre le anime del Purgatorio, i santi, il Munaciello possono direttamente dare i numeri per giocarli al lotto, vi sono tutta una schiera di cosiddetti “intermediari” che, avendo un rapporto privilegiato con i precedenti, sono in grado di dare i numeri a chi vuole giocare.

Gli assistiti
Sono le persone che comunicano con gli spiriti e possono dare i numeri ai giocatori. Questa facoltà si manifesta solitamente dopo l’adolescenza; l’assistito viene visto dalla popolazione come una persona distratta e che parla in maniera strana, quasi come un oracolo. Egli ha normalmente un fisico magro ed un volto pallido, a testimonianza delle notti insonni per la paura degli spiriti. L’assistito viene solitamente identificato nella persona che “ha le parole mancanti nel battesimo” cioè al quale, durante il battesimo, sono state saltate delle formule o sono state pronunciate erroneamente e, per questo, egli ha ancora un certo legame con il mondo degli inferi ed è capace, per questo, di fornire numeri da giocare. Secondo la tradizione, l’assistito ha una padronanza di ben 72 tra lingue e dialetti, a segno dell’universalismo che lo contraddistingue. Egli può dire i numeri che gli vengono dati, ma non può giocarli egli stesso, a giustificazione del fatto che solitamente sono persone povere nel senso che non giocano i numeri per arricchirsi. Inoltre, solitamente l’assistito non dà i numeri, ma parla, racconta un fatto e sta al giocatore interpretare bene, pena la non uscita dei numeri giusti. Infine, può dare una quantità limitata di numeri da giocare, in modo che nessuno possa arricchirsi tutto d’un colpo.

I monaci
Intermediari di una certa importanza sono i monaci e tra questi soprattutto quelli con deformità fisiche o gli eremiti. Come per gli assistiti, anche per i monaci l’estrazione non favorevole non è da imputare all’intermediario, ma piuttosto ai giocatori, in questo caso ritenuti peccatori e quindi non degni di essere toccati dalla buona sorte.

Gioia Nasti
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