Le origini della città di Napoli

Napoli fu fondata nel V secolo a.C. da greci provenienti dall’isola orientale di Eubea, che si stabilirono nel golfo e nelle isole, fondando alcune colonie, tra cui Cuma. Quando questa fu conquistata dai Sanniti nel 438, i greci si spostarono fondando Neapolis, accanto ad un nucleo preesistente, chiamato Partenope, posto sulla attuale collina di Pizzofalcone.

Neapolis ereditò da Cuma la funzione commerciale e culturale e sorse in un luogo in cui era più facile la difesa contro i nemici. Infatti, la collina alle spalle, il mare davanti, sui fianchi due canali (il Cavone che porta all’attuale Piazza Dante ed il burrone della Sanità), il luogo era protetto naturalmente da tutti i lati.

L’importanza commerciale e strategica di Neapolis fu immediatamente capita dai Romani, che la conquistarono nel 326 a.C. per sottrarla ai Sanniti. La conquista, però, fu indolore, poiché i Romani riconobbero alla città la propria autonomia, per cui gli abitanti continuarono a conservare i propri usi e costumi e perfino la lingua greca. La città si estendeva allora grosso modo sull’area compresa tra Via Foria a nord, Corso Umberto I a sud, Via Costantinopoli e Via S. Sebastiano ad ovest e Via Carbonara e Via Pietro Colletta ad est. Evidenti resti di questo periodo sono i ruderi delle mura greche in Piazza Bellini.

La vita cittadina si svolgeva intorno all’attuale Piazza S. Gaetano; intorno a questo luogo sorgevano i templi, le scuole, il teatro, le botteghe. A parte alcune testimonianze di resti di archi e colonne, vanno ricordati i resti del Tempio di Castore e Polluce sotto la Chiesa di S. Paolo Maggiore e quelli delle botteghe, facenti parte di un mercato romano, sotto la Chiesa di S. Lorenzo Maggiore, ambedue nei pressi di Piazza S. Gaetano.

La bellezza di Neapolis già allora richiamava molti patrizi, che iniziarono a costruire numerose ville e residenze, come quella di Vedio Pollione a Posillipo, quella di Lucullo sulle pendici del Monte Echia e tutte le altre venute alla luce a Pompei ed Ercolano e nella zona Flegrea.

Quando, nel 476, cadde l’Impero Romano d’Occidente e l’ultimo imperatore, Romolo Augustolo, fu confinato da Odoacre proprio a Napoli, sull’isolotto di Megaris, la città riconobbe l’autorità di Bisanzio per scampare ai barbari. Questo, però, non la risparmiò dall’occupazione gotica e da quella longobarda. Fu soltanto nel 661 che Costante II, imperatore di Bisanzio, nominò un Duca, Basilio, che reggesse la città in sua vece.

Gioia Nasti
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