Il Carnevale (1): personaggi principali

Carnevale si avvicina; a Napoli è ormai un adeguamento delle maschere e dei vestiti all’attualità, ma non è stato sempre così. In passato, soprattutto nei secoli scorsi, il Carnevale aveva una propria ritualità, con personaggi allegorici, gare e carri, riti e scene.

I Personaggi del Carnevale
La Vecchia del Carnevale
Pulcinella sulle spalle della Vecchia del Carnevale è una maschera doppia, cioè un’unica persona è vestita da Pulcinella e da vecchia. Questa maschera si ottiene posizionando sul vestito bianco una gonna lunga ed inserendo la testa e le spalle della vecchia, fatta di paglia, all’altezza dello stomaco, con le braccia (finte anche loro) che sembrano mantenere le gambe aperte di Pulcinella. Solitamente, questa maschera era accompagnata da una orchestra di musici travestiti anch’essi da Pulcinella, ma con la maschera alzata, che suonavano il putipù, le castagnelle, il triccaballacco e la canna. La persona vestita da Vecchia del Carnevale doveva essere molto brava, poiché non solo doveva gestire una maschera doppia, ma doveva anche ballare e fare mosse con forti connotazioni erotiche quando l’orchestrina cominciava a suonare.
La Vecchia del Carnevale faceva la sua comparsa tutti i giovedì di Carnevale, ma spesso anche durante la Quaresima, ed attraversava tutte le strade più importanti della città. La vecchia viene assimilata alle altre vecchie che popolano questo periodo e quello immediatamente precedente, come la Befana, la Vecchia del grano e la Quaresima.

Lo spagnolo
Si pensa che la maschera dello Spagnolo sia nata sull’esistenza del personaggio antagonista di Pulcinella, il Capitano Spagnolo, appunto. Anch’esso, come la Vecchia del Carnevale, è seguito da uno stuolo di Pulcinelli senza maschera.

Il Medico
Altra maschera conosciuta in tempo di Carnevale era quella del Medico, detto anche il “Ciarlatano del Molo”; costui si presenta in pompa magna, vantando la sua maestria nella cura degli ammalati.

Don Nicola
È una maschera esistente già nel XVIII secolo, si presenta con un tricorno in testa e con un nastrino nero a fiocchetti su ognuna delle tre punte. Indossa degli occhiali e passeggia per Napoli preceduto da un servitore in livrea. Per la strada, si ferma presso le botteghe, salutando i proprietari e leggendo filastrocche carnevalesche, testamenti di Carnevale, orazioni funebri per la sua morte e capitoli matrimoniali. Alla fine di tutta questa recita, il personaggio tende la mano per la ricompensa.
Don Nicola presenta caratteristiche fortemente calabresi, forse mutuate dal personaggio di Don Nicola nella Zeza, in cui egli è uno studente calabrese irascibile ma molto simpatico. Questa caratteristica, nata nel Settecento, durerà per tutto l’Ottocento, quando poi Don Nicola diventerà un personaggio polemico ed offrirà uno spunto per la critica di stampo sociale.

Divertimenti del Carnevale   –   La Chiesa e l’aristocrazia

Gioia Nasti
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